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In Italia, come negli altri paesi europei, si parla con sempre maggiore interesse ed attenzione di "medicina naturale", sia perché nella popolazione si è creata una sorta di diffidenza verso i farmaci di sintesi, sia perché le ufficiali organizzazioni della sanità hanno svolto una campagna di sensibilizzazione verso la prevenzione, nel cui ambito le piante medicinali svolgono un importantissimo ruolo.
La ricerca farmaceutica confida nelle piante medicinali almeno per 4 motivi:
1. le piante costituiscono una fonte quasi inesauribile di nuove strutture molecolari;
2. anche quando i metaboliti secondari individuati nelle piante non sono impiegabili direttamente in terapia, essi possono costituire modelli molecolari utili per progettare analoghi sintetici con caratteristiche farmaceutiche più favorevoli;
3. le piante o preparati semplici della loro lavorazione, possono essere essi stessi prodotti farmaceutici utilizzabili in terapia;
4. le piante tradizionalmente utilizzate nella medicina popolare possono, in alcuni casi, rivelare delle inaspettate quanto promettenti potenzialità nella terapia clinica

La Fitoterapia si inserisce dunque a pieno titolo come possibile terapia soprattutto nel periodo iniziale della patologia, quella che l'Autrice definisce "fase di vigile attesa", ovvero la fase in cui la sintomatologia legata all'IPB non ha ancora un impatto importante sulla qualità della vita ed i pazienti non lamentano sintomi così rilevanti da richiedere un trattamento farmacologico.
La presente opera può essere definita uno strumento ricco di informazioni, sia scientifiche che pratiche, preziose per tutti coloro che operano nel settore farmaceutico e salutistico e si trovano a "venire a patti" con l'IPB. Il libro è il risultato di studi, di ricerche, di esperienze condivise e contatti personali in ambito professionale che ne arricchiscono i contenuti e lo rendono una lettura chiara ed accessibile anche ai non addetti al settore.
L'Autrice nella prima parte fornisce recenti informazioni relative all'IPB, per poi trattare in maniera approfondita ed estremamente attuale i rimedi fitoterapici più promettenti per il suo controllo: si inizia illustrando i botanicals tipici della medicina tradizionale, quelli trasmessi dall'etnobotanica e dall’etnomedicina, come Vaccinium macrocarpon, Hydrastis canadensis, Hieracium pilosella, Arctostaphylos uva-ursi che da sempre vengono impiegate sotto forma di estratti acquosi o etanolici nelle affezioni del tratto urinario; per poi passare a specie medicinali più "recenti" per la medicina occidentale, come Serenoa repens e Serenoa serrulata, Pygeum africanum, Prunus africana, Epilobium angustifolium ed ancora Cucurbita pepo e Hypoxis hemerocallidea, dando indicazioni pratiche su come utilizzare questi botanicals, sia come piante singole sia in sinergia d’azione utilizzando miscele di più specie.
L'opera costituisce nel suo insieme un sicuro, utile approfondimento delle attuali conoscenze per coloro che operano nel campo dei prodotti naturali e per le possibili applicazioni nella cura di questa importante patologia.
Questo mio libro I Botanicals per l'Iperplasia Prostatica Benigna vanta la prefazione di
Prof. Elisabetta Miraldi, Docente di Biologia Farmaceutica, Direttore del Master di Fitoterapia, Università degli Studi di Siena







Approfondisci i rimedi fitoterapici più promettenti per l'Iperplasia Prostatica Benigna

Un ampio estratto del lavoro è comparso come monografia dal titolo: Botanicals for benign prostatic hypeplasia sulla rivista della Società Italiana di Fitoterapia.
Giovanna Masini, Botanicals for benign prostatic hypeplasia, Piante Medicinali, Volume 22 (3-4) anno 2023, 20 dicembre, Scienza nella Tradizione S.I.Fit., Società Italiana di Fitoterapia
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